Papa Francesco e i nodi che si trova ad affrontare nel suo lavoro al Vaticano

 

Papa Francesco, lavorando capo di un’azienda come il Vaticano si troverà ad affrontare delle patate bollenti non da poco. Queste problematiche fra l’altro probabilmente sono le stesse che hanno portato alle dimissioni di Papa Ratzinger: il caso Vatileaks, i casi di abusi sessuali, la riforma della Chiesa, Il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, banca dello IOR. Sono queste le primissime sfide che il neo eletto, l’argentino e gesuita Jorge Bergoglio, Papa col nome di Francesco, dovra’ affrontare iniziando il suo pontificato

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Il caso Vatileaks
Molte le tensioni consumatesi sullo sfondo di Vatileaks tra cardinali cosiddetti “curiali” e porporati provenienti da fuori, i quali, anche nel corso delle congregazioni hanno fatto sentire la propria voce chiedendo un cambio di passo.

I casi di abusi sessuali
Infine, il tema amarissimo degli abusi sessuali compiuti dai chierici. Una vicenda esplosa sotto il pontificato di Benedetto XVI con l’emergere di rapporti governativi e casi di pedofilia non solo negli Stati Uniti, primo Paese dove il tema e’ emerso con forza, ma anche in molti Paesi d’Europa, Irlanda in testa, ma anche in Germania, Olanda, Austria, Belgio e Italia.

Ratzinger ha impresso una svolta sulla piaga in passato gestita con meno incidenza, imponendo la linea della tolleranza zero, emanando nuove norme, piu’ restrittive e chiedendo accoratamente perdono alle vittime di abusi. Molto resta comunque ancora da fare. Come dimostrato dalle protesse che da piu’ parti del mondo si sono levate per la presenza nel conclave di cardinali accusati di aver coperto casi di pedofilia nel passato.

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La riforma della Chiesa
Molto attesa dentro e fuori il Vaticano e’ anche un’energica opera di riforma della Curia. L’affaire’ Vatileaks scatenatosi con le lettere di protesta dell’ex presidente del Governatorato della Citta’ del Vaticano, mons. Carlo Maria Vigano’ che aveva intentato un’azione di pulizia nella struttura attraversata da corruzione e malaffare e poi “degenerato” con il clamoroso arresto del maggiordomo del papa, Paolo Gabriele, reo confesso di aver sottratto documenti riservatissimi dalla scrivania del Pontefice, ha rivelato una gestione poco efficiente della Curia e ha imposto, di fatto, a qualunque successore di Ratzinger il riassetto interno.

 

 

Il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi
Il caso della sparizione di Emanuela Orlandi (nata a Roma il 14 gennaio 1968) è un fatto di cronaca nera avvenuto a Roma il 22 giugno 1983; la vittima, una cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparì in circostanze misteriose all’età di 15 anni.
Quella che all’inizio poteva sembrare la “normale” sparizione di un’adolescente, magari per un allontanamento volontario da casa, divenne presto uno dei casi più oscuri della storia italiana che coinvolse lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l’Istituto per le Opere di Religione (IOR), la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi, in maniera a tutt’oggi non ancora risolta.

Banca dello IOR
L’Istituto per le Opere di Religione (meglio noto con l’acronimo IOR e comunemente conosciuto come Banca Vaticana) è un istituto privato, creato nel 1942 da papa Pio XII e con sede nella Città del Vaticano. È erroneamente considerato la banca centrale della Santa Sede[1], compito invece svolto dall’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).
Il suo direttore generale riporta direttamente ad un consiglio di amministrazione composto da cardinali che a loro volta rispondono al Papa. L’attuale presidente è Ernst von Freyberg.
Lo IOR è stato più volte coinvolto in scandali, finanziari e non, fra i quali spiccano “l’affare Sindona” e il crac del Banco Ambrosiano.

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