C’è chi associa la Germania ai Mondiali dell’82, alla birra, ai grandi brand dell’automobile come BMW e Mercedes-Benz o ai nuovi siti per vendere auto in un click, ma sono sempre più gli italiani che scelgono invece di trasferirsi nel più grande e popoloso Paese d’Europa per vivere e soprattutto per lavorare.
I tempi in cui chi emigrava in Germania dallo Stivale veniva definito Gastarbeiter, “lavoratore ospite” che suppliva alle carenze di manodopera poco qualificata – vivendo spesso in condizioni tutt’altro che rosee – sono ormai un ricordo lontano. Chi parte oggi per trasferirsi in terra tedesca ha background professionali molto diversi tra loro, dal classico “cervello in fuga” in cerca di qualcuno che valorizzi anche economicamente la sua professionalità ai ragazzi della generazione Erasmus che decidono di non tornare indietro.
Chi possiede una qualifica professionale e intende utilizzarla in Germania deve tuttavia il più delle volte farla riconoscere in via ufficiale per entrare nel mondo del lavoro. Per facilitare questo processo è nato il sito in italiano Riconoscimento in Germania, che spiega passo per passo per quali professioni tale riconoscimento è d’obbligo e per quali potrebbe invece essere conveniente. Sul sito l’utente può inoltre individuare l’ufficio a lui più vicino, a seconda del Land in cui si trova, per portare avanti questa procedura. Il sito partner make-it-in-germany.com – entrambi sono promossi dall’Istituto federale per la formazione professionale (Bundesinstitut für Berufsbildung) – contiene invece la banca dati con le posizioni aperte, filtrabili per area geografica e tipologia, e una serie di consigli utili sia sul lavoro che su apprendistato e studio in Germania.
Con un tasso di disoccupazione medio inferiore al 5%, la Germania continua ad attirare giovani da tutta Europa: partire informati vi darà una marcia in più.