L’Italia oggi può “vantare” di avere un alto numero di disoccupati, forse uno dei più alti visti dal nostro paese. Qualcuno avrà sentito poco questo fardello economico, e tra gli alti e i bassi della vita quotidiana riesce a portare a casa quel tanto da poter continuare a tenere uno stile di vita uguale a quello di sempre. Ma c’è anche quella percentuale di popolazione che deve lottare per far valere i propri diritti e recepire quello stipendio che fino a qualche anno fa era “certo”.
Se una ditta non vuole chiudere e mandare a casa si trova spesso costretta ad abbassare gli stipendi dei dipendenti, a mandare in cassa integrazione o in ferie forzata. E, per il bene dell’azienda e di tutti i dipendenti, in molti si dichiarano favorevoli ad un piccolo sacrificio. Ma cosa accade quando il rapporto di trasparenza e correttezza di sgretola?
È una situazione ricorrente quella di scoprire al termine di un rapporto lavorativo o durante lo stesso, che non sono stati versati i contributi necessari alla pensione ed alla disoccupazione.
Altrettanto frequente è la possibilità di arrivare a fine mese e scoprire che lo stipendio non c’è!
Cosa fare in questi due casi? Prima di tutto parlare con il datore, chiedere informazioni, delucidazioni su quanto sta avvenendo. Molto spesso purtroppo, il datore non è in buona fede, e questi “furbetti” non pagano anche quando le entrate ci sono e l’azienda non sta subendo nessun calo.
Se la situazione è davvero irrecuperabile, dovete far valere i vostri diritti. In ogni città ci sono i vari sportelli C.I.S.L che si occupano proprio di tutelarvi da possibili frodi. Stare zitti e abbassare la testa non sarà d’aiuto ne per voi, ne per chi come voi si trova in questa situazione.