Spesso abbiamo parlato del fatto che il lavoro oggi come oggi è diventata una vera e propria emergenza di carattere sociale, questo perché i suoi costi sono altissimi, sia in termini di sofferenza delle persone che di disagio sociale.
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Una vera e propria bomba a orologeria pronta a scoppiare direttamente in faccia a tutta la classe politica attuale, incapace in questo momento drammatico di trovare soluzioni condivise che aiutino il paese nelle sue difficoltà.
Pare proprio che il 2012 si chiuda come un anno drammatico dal punto di vista dei licenziamenti, un deciso incremento che rende veramente drammatico il momento che il paese sta vivendo, oltre a questo bisogna parlare dei costi sociali che tutto questo ha.
Parlando comunque di semplici statistiche, cerchiamo ora di capire come il 2012 si sia chiuso in termini di licenziamenti e di come tutto questo impatti notevolmente sulla vita di tutti i giorni, i cittadini ovviamente sono i primi a farne le spese.
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I dati diffusi dal Ministero del Lavoro parlano di un 2012 nel quale i licenziamenti hanno abbondantemente superato la quota di un milione di persone, con un deciso incremento rispetto al 2011.
Il problema del lavoro in Italia non è erroneamente (come ha fatto pensare la Fornero e il governo) il licenziamento…ma l’assunzione. Il lavoro non c’era e ora ce n’è di meno. E non è stato fatto nulla per svilupparlo, è questa la vera tragedia.
Ecco quindi le crude cifre del disastro:
nel nostro paese nel 2012 i licenziamenti sono stati oltre un milione (se vogliamo spaccare il capello ed essere precisi sono stati ben 1.027.462).
Questo dato è in aumento del 13,9 per cento rispetto ai 901,796 del 2011.
Ma non è finita qua, il dato particolarmente allarmante è sicuramente il dato degli ultimi tre mesi del 2012: i licenziamenti hanno raggiunto il livello massimo di 329.259, in aumento del 15,1% sullo stesso periodo del 2011.
In termini percentuali siamo a un incremento netto che sfiora quasi l’11 % nell’arco di un anno, questo ancora una volta a manifestare di fronte a tutti che il problema è serio e veramente da non sottovalutare.
Parlare poi di disoccupazione giovanile in crescita vuol dire di fatto non dare lo specchio esatto della attuale situazione lavorativa italiana, in realtà nel 2012 i licenziamenti hanno toccato tutti i lavoratori in maniera indiscriminata.
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Il fattore età può avere inciso in parte, tuttavia il vero dramma che le persone si trovano oggi ad affrontare è focalizzato al fatto che il licenziamento per sua stessa natura non discrimina l’età, la crisi mette in difficoltà le aziende e queste reagiscono in questo modo.
La quantità di persone che ha perso il lavoro è notevole, pur fruendo di ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione o la mobilità ma parliamo già di realtà con più di 50 dipendenti, le persone che vengono espulse dal processo produttivo sono in netta crescita.
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