Germania: cresce l’inquietudine per la crisi francese

La crisi ha messo in evidenza quelle che sono le contraddizioni di una zona euro nella quale di fatto ogni stato sembra pensare al proprio destino, in questo momento di crisi generalizzata e diffusa ogni nazione gioca in posizione difensiva.

In ballo c’è la sopravvivenza medesima della nazione e del suo assetto, la Germania in questo momento mostra segnali decisi di inquietudine, la crisi dell’eurozona che in questo momento sembra poter colpire anche la Francia desta preoccupazioni.

Parigi è nell’occhio del ciclone, si teme e non solo da parte della Germania che la crisi possa colpire anche questo paese che fino a questo momento sembra essere riuscita ad assorbirla bene, difficile dire se in futuro sarà così.

Per questo motivo in Germania le inquietudini di una popolazione che ha paura e vede potenzialmente il proprio paese trascinato nel baratro della crisi pesano, tutto questo fa cambiare radicalmente il modo di concepire la politica e il voto.


Emergono movimenti politici che hanno come bandiera quella di uscire dalla Comunità Europea e di tornare a una moneta come il marco, una sorta di ritorno al passato quando la Germania come tanti altri paesi viveva con una propria moneta.

Questa spia è il campanello di allarme di una popolazione quella europea intesa come cittadini dei singoli stati, che non vedono alcun tipo di vantaggio nell’essere entrati nella zona euro, una sorta di rigetto al progetto europeo.

Effettivamente l’Unione Europea non ha assolutamente fino a questo momento costituito un vantaggio per gli stati che hanno deciso di aderirvi, in molti casi si è entrati a pieno titolo in un sistema nel quale si è vista solo euroburocrazia.

La Germania ha paura e ha paura non solo della crisi ma anche di quello che questa potrebbe innescare nel paese stesso, “Alternative fuer Deutschland” è il nuovo partito nato in Germania che punta all’uscita dalla zona euro.


Pensieri che crescono anche per la cancelliera Angela Merkel che ha una grossa sfida davanti, da una parte cercare di non perdere voti in vista delle prossime elezioni, dall’altra cercare di persuadere i suoi elettori che l’euro resta sempre una valida alternativa.

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