L’attività del manager sanitario e la richiesta

Si tratta di una nuova figura che finora è stata impiegata nei grandi complessi aziendali ma, da qualche anno, ha preso piede anche nelle strutture sanitarie.
E’ una figura che sa come gestire situazioni aziendali complesse con una preparazione che spazia tra le conoscenze mediche e quelle dell’ingegneria gestionale.

Il manager del settore sanitario deve avere delle qualità non solo di analisi e di coordinamento di grandi strutture con settori molto diversi tra loro (dai reparti alle cucine, dalla lavanderia alle sale operatorie) ma anche di individuazione e previsione dei rischi connessi all’intera gestione.

L’obiettivo in tal senso è quello di risparmiare sull’aver evitato tali rischi e contenere i costi reinvestendo il denaro in una figura specializzata, con la quale avere realmente strumenti efficaci di gestione aziendale.

L’attività del manager sanitario e la richiesta

La figura del manager sanitario è molto richiesta ed è stata ormai definita anche in una legge recente che prevede l’istituzione obbligatoria di un tale ruolo proprio nelle strutture ospedaliere.

E’ evidente che in un futuro non troppo lontano ci sarà un’impennata nella richiesta d’impiego di professionisti che abbiano titoli per farlo. Varie università come per esempio quella telematica di Unicusano, già offrono master in management sanitario che danno ai studenti tutti gli strumenti necessari per la gestione e il coordinamento delle strutture ospedaliere.

Svolgere l’attività del manager sanitario o del risk manager è importante certamente per una migliore gestione delle risorse economiche e per il contenimento dei costi ma, in una struttura ospedaliera, i contesti da considerare sono diversi rispetto a un’azienda che non coinvolge il tema della salute.

E’ innegabile infatti che gestire il funzionamento di un ospedale prevede anche il coordinamento dei settori sia di tipo amministrativo che di tipo prettamente medico.
Il lato economico quindi deve accompagnare quello rivolto ai pazienti e alle loro esigenze, dove è fondamentale coordinare e mettere a disposizione le risorse disponibili individuando le carenze e colmandole con interventi mirati e veloci.
La divisione del lavoro dunque deve andare di pari passo con la progettazione dell’organizzazione globale.

Fino a oggi le aziende ospedaliere hanno sempre avuto figure manageriali esterne all’ambito medico e amministrativo interno delegando spesso la gestione dei reparti al miglior chirurgo che invece potrebbe non essere “tagliato” per incarichi dirigenziali ma potrebbe avere più spazio da impiegare nel sua professione e attività medica.

Oggi invece è possibile avere una figura che ha competenze gestionali a 360° e partecipa attivamente e con spirito empatico all’incarico che deve svolgere, a beneficio sia dei pazienti che dei collaboratori medici e dei settori amministrativi.

E’ la persona insomma che viene messa al centro di tutto il meccanismo con la grande responsabilità del funzionamento ottimale di una struttura sanitaria, attribuendo più importanza alla sostanza che all’aspetto nozionistico e di forma.

La carenza della figura manageriale sanitaria

Oggi le strutture sanitarie manifestano una carenza di figure manageriali che siano capaci di gestire situazioni che possono essere obiettivamente definite estremamente complesse.
Il manager che si cerca è quello che abbia doti di leadership ma anche di problem solving in un ambito dove le decisioni vanno prese spesso tempestivamente e con reali capacità di individuazione della migliore soluzione a problemi gravosi, anche facendo appello alla propria sensibilità e non solo all’aspetto prettamente lavorativo.