In tempo di crisi, come se la passano i liberi professionisti? A molti di noi sarà venuta voglia di provare ad intraprendere un percorso analogo, investire i pochi soldi rimasti in corsi di formazione o studi universitari per tentare la fortuna in uno dei tanti campi professionali autonomi dove il guadagno entra più o meno pulito nelle vostre tasche.
Dico più o meno perché sappiamo bene che in Italia è obbligatoria l’apertura di una Partita Iva (che richiede molte spese) e l’erogazione di una parte dei soldi guadagnati nelle casse statali.
Il centro studi Adepp, andando a guardare i dati delle Casse previdenziali di riferimento alle specifiche categorie (avvocati, dottori, agicoltori…) ha fatto un’interessante classifica sui redditi dei liberi professionisti attualmente residenti in Italia.
Sembrerà un affermazione fuorviante, ma la categoria che ha sofferto di più in questi ultimi anni (si parla degli anni 2011 e 2012 ) è quella degli avvocati. Noi che li immaginiamo sempre ricoperti di soldi e comodità varie, con una vita ben distante dal semplice operaio o lavoratore dipendente, dobbiamo oggi ricrederci.
In un solo anno, in media, vi è stato un calo di quasi 3.000€ annui, circa il 6.4%. Cifre piccole se consideriamo che un avvocato guadagna molto, ma cosa succede al singolo avvocato che subisce più dei suoi colleghi la crisi? Come sempre c’è chi affonda, chi resta a galla e chi invece reiste alle intemperie e prosegue senza soffrire troppo il mal di mare.
Anche gli architetti e gli ingegneri non se la passano bene con il loro 6,1% in meno di guadagno.
Chi invece sembra aver affrontato meglio la crisi sono i ragionieri (-2,9%) , i chimici, gli agronomi, gli attuari, geologi (-2,3%) ed infine i veterinari, secondo questa statistica sono quelli che hanno “sofferto meno”, con un calo del 2,1%.
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