Ancora sono davanti a noi le tragiche immagini provenienti dal Bangladesh dove centinaia di lavoratrici di una fabbrica di vestiti sono morte nel crollo dell’edificio fatiscente dove lavoravano.
Non solo la paga dei lavoratori nei paesi del terzo mondo sono bassissime, con orari massacranti, ma anche le condizioni di sicurezza sono davvero allucinanti. Nei giorni precedenti il crollo i lavoratori avevano segnalato scricchiolii e crepe nei muri. ma il titolare dell’azienda aveva minacciato il licenziamento ai lavoratori che non si fossero presentati. E così centinaia di donne sono bruciate vive o rimaste seppellite mentre producevano i vestiti per i grandi marchi che conosciamo benissimo e che poi indossiamo noi a prezzi non certo abbordabili! Purtroppo la storia è sempre la stessa, il lavoro offerto è quello: prendere o lasciare. se per noi quello rappresenta uno stato di disoccupazione, in quei paesi rappresenta l’unica possibilità per sfamare la famiglia.
Comunque a questo punto è necessario che anche tutti i consumatori facciano pressione a questi grandi marchi perchè garantiscano a tutti i lavoratori del mondo equità nei salari e sicurezza. Pensiamo alle condizioni di sicurezza della salute, a quali materiali sono costretti a venire a contatto. Molte di queste storie le abbiamo viste anche al sud del nostro paese. Ora sembra che tra pochi giorni, i grandi marchi di abbigliamento potrebbero firmare un accordo che potrebbe rivelarsi un potente strumento per le norme sulla sicurezza dei lavoratori in quei paesi dimenticati. Tutto dipende da noi e da quanto riusciamo a chiudere gli occhi di fronte a queste vere e proprie stragi annunciate di lavoro.
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