I numeri sulla disoccupazione giovanile che vengono diffusi mensilmente dall’Istat, sono preoccupanti e scoraggianti. La percentuale di ragazzi tra i 15 e i 24 anni, non più studenti e quindi in cerca di un occupazione, che si trovano senza lavoro è quasi del 40%.
La sensazione comune tra questi ragazzi è quella di essere stati depredati del loro futuro da parte delle generazioni che li hanno preceduti, le quali hanno saputo solo amministrare male e sperperare.
Molti sognano la fuga all’estero, anche se spesso non è chiaro nemmeno a loro in quale Paese emigrare, dato che la crisi riguarda buona parte degli stati del mondo.
I tanti giovani che escono dalle università italiane impiegano ormai diversi mesi prima di trovare un’occupazione, che spesso consiste in uno stage non pagato o sottopagato. Per i ragazzi che escono dalle scuole superiori con in tasca soltanto un diploma, le difficoltà sono ancora più consistenti.
Moltissime imprese stanno cessando la loro attività in Italia e sono dunque molte le persone anche di una certa età che vanno a rimpinguare la categoria sociale dei disoccupati. Per persone sopra i 40 anni rientrare nel mercato del lavoro si rivela un’impresa improba, soprattutto per coloro che non possiedono titoli e competenze elevate. Soggetti di questo tipo sono le vittime più deboli e indifese della crisi economica.
Per accrescere il prestigio del proprio cv e rendersi appetibili nei confronti delle aziende si può scegliere di iscriversi a corsi di formazione o, per chi non possiede i titoli di studio più bassi, alle scuole di recupero anni scolastici. Esiste il recupero scuola superiore, ma anche il recupero scuola media.