In Svizzera sono alle porte le elezioni e imperversano i manifesti xenofobi che incolpano gli italiani della mancanza di lavoro nel paese d’Oltralpe.
Il partito di ultradestra Udc all’attacco a testa bassa: “Meno lavoro? Colpa degli italiani”. Queste frasi si possono leggere sui manifesti . Ed ecco le frasi dei politici della destra, ne hanno per tutti non solo per gli italiani rei, con i frontalieri, di portar via il lavoro (soprattutto quello qualificato) agli svizzeri.:
“Vent’anni fa lasciavamo la porta aperta. Provate a farlo ora“. E imputa l’occupazione in calo alla presenza di “oltre 8mila lavoratori frontalieri nel terziario”. L’accordo di Schengen? “Permette la libera circolazione di criminali”
Queste frasi ricordano certi slogan urlati di qualche partito del nord. Quante volte le abbiamo sentite?
Proprio dalla civile e pulita Svizzera parte la nuova campagna anti italiana in fatto di lavoro, che fa eco con quelle già promosse in passato dalla Lega dei Ticinesi e dall’Udc, il partito elvetico di ultradestra. Proprio questo partito ad aver messo in circolazione nuovi manifesti che ritraggono lavoratori svizzeri di ieri e di oggi, mettendo il dito a loro dire) il peggioramento delle condizioni di vita, dalla sicurezza al futuro per i giovani, passando per il lavoro. L’ attacco è proprio diretto a noi italiani e a gli “oltre 8000 lavoratori frontalieri impiegati nel terziario”, quasi a sottolineare che il lavoro nel settore dei servizi dovrebbe essere una prerogativa degli svizzeri, lasciando ai frontalieri italiani le mansioni meno gratificanti.
A Lugano si terranno presto le elezioni comunali e i partiti si sfidano a colpi di forti slogan per accaparrarsi qualche voto in più degli altri. Chiaramente una dura lotta che alla fine si combatte anche sul piano della provocazione, anche facendo leva su un sentimento anti italiano che da qualche tempo a questa parte sta facendo breccia nella pancia dei ticinesi. I problemi provocati dalla crisi economica si stanno facendo sentire anche nella ricca e pulita Svizzera, così i partiti populisti e xenofobi non disdegnano di alimentare l’idea di una crociata contro il lavoratore straniero che ruba il posto agli indigeni. Dopo la morte del controverso e carismatico leader della Lega dei ticinesi Giuliano Bignasca è facile pensare che l’Udc voglia approfittarne per riprendersi una fetta di quel largo consenso che i leghisti elvetici avevano costruito alle ultime elezioni proprio sugli attacchi ai lavoratori frontalieri italiani, fino a diventare il primo partito del cantone.
“I nostri lavoratori – recita lo slogan pubblicato sotto la foto dello svizzero in mutande – sono messi sotto pressione dagli accordi bilaterali, soprattutto nel settore terziario. Sempre più sostituiti da lavoratori frontalieri, i nostri disoccupati tendono inesorabilmente ad aumentare. È necessario mettere un freno a questa tendenza. L’iniziativa Udc contro l’immigrazione di massa è la soluzione”.
Le frasi di questi manifesti non si fermano sul piano del lavoro, ma continua su quello della sicurezza, attaccando l’accordo di Schengen, colpevole di aver “permesso la libera circolazione dei criminali” e di aver portato quindi una situazione di insicurezza all’interno della confederazione, sottolineando che: “I criminali stranieri devono immediatamente lasciare il nostro Paese”.
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